mercoledì 18 marzo 2020

20200318_Classi tutte


In un momento in cui siamo chiusi nelle nostre case, quasi agli arresti domiciliari, e in cui tutti i problemi del mondo sembrano ridursi al corona virus, per gli aspetti di salute pubblica e per le conseguenze economiche, mi sembra opportuno riaprire un attimo gli orizzonti e in campo alimentare andare a guardare ad alcuni fenomeni facendoci guidare dal'autorevole voce della FAO, l'organizzazione mondiale per il Cibo e l'Agricoltura, le notizie sono prese dal sito www.fao.org.

La prima notizia è del 5 marzo e riguarda:
Namibia e Tanzania si aggiungono all'elenco dei paesi che necessitano di assistenza alimentare esterna:
Il rapporto della FAO evidenzia i rischi posti dalle locuste in Africa, in seguito
all'intensa diffusione nel Vicino Oriente e in Asia.
  Un agricoltore al lavoro in Tanzania.


5 marzo 2020, Roma - Gli effetti delle insufficienti precipitazioni sulla produzione agricola hanno aggiunto due paesi - Namibia e Tanzania - all'elenco della FAO dei paesi che necessitano di assistenza alimentare esterna, il che va a sommarsi alle difficoltà innescate dalle locuste, anche se la produzione cerealicola mondiale appare solida, secondo il rapporto trimestrale della FAO Prospettive dei raccolti e situazione alimentare pubblicato oggi.
Il rapporto prevede una sezione speciale dedicato all'invasione delle locuste in Africa orientale. Sottolinea che mentre le locuste hanno avuto un impatto minimo sulle coltivazioni del 2019, in quanto i raccolti erano per lo più terminati prima dell'arrivo del flagello, ci sono "seri timori per le coltivazioni e i pascoli per il 2020".
Le aziende agricole in Etiopia e in Somalia possono aspettarsi notevoli perdite di raccolto se non vengono intensificate le misure di monitoraggio, in quanto è a rischio la "Gu", l'importante stagione di raccolto in Somalia, che rappresenta circa il 60% della produzione cerealicola annuale del paese. In Somalia le locuste sono già presenti nelle principali aree di produzione di sorgo e sono nelle vicinanze delle principali aree di coltivazione del mais.
Le conseguenze del clima secco hanno aggravato l'insicurezza alimentare in Namibia e Tanzania,ed entrambi i paesi sono stati aggiunti all'elenco dei paesi che necessitano di assistenza esterna. Nell'elenco figurano già Afghanistan, Bangladesh, Burkina Faso, Burundi, Capo Verde, Camerun, Repubblica Centrafricana, Ciad, Congo, Repubblica Democratica Popolare di Corea, Repubblica Democratica del Congo, Gibuti, Eritrea, Eswatini, Etiopia, Guinea, Haiti, Iraq, Kenya, Lesotho, Liberia, Libia, Madagascar, Malawi, Mali, Mauritania, Mozambico, Myanmar, Niger, Nigeria, Pakistan, Senegal, Sierra Leone, Somalia, Sud Sudan, Sudan, Repubblica Araba di Siria, Uganda, Venezuela, Yemen, Zambia e Zimbabwe.
Nonostante i problemi dell'Africa orientale, nel 2019 la produzione cerealicola complessiva dei 51 Paesi a basso reddito con deficit alimentare (LIFDC) è aumentata dell'1,0%, trainata dai guadagni in Asia centrale e nel Vicino Oriente.
Tuttavia il fabbisogno previsto di importazioni di cereali per i LIFDC è stimato a 719 milioni di tonnellate, un aumento di 4,2 milioni di tonnellate rispetto all'anno precedente. Il fabbisogno di importazioni è aumentato in particolare in Zimbabwe e Kenya a causa degli scarsi raccolti e delle scarsissime scorte, mentre è diminuito in Afghanistan e nella Repubblica Araba di Siria.
La FAO ha inoltre aumentato le sue stime 2019 per la produzione cerealicola mondiale a 2.719 milioni di tonnellate in seguito alla produzione di mais superiore al previsto in Africa occidentale e in Ucraina. Per le coltivazioni del 2020 le prime previsioni globali per la produzione di grano sono favorevoli, in particolare in Estremo Oriente, in considerazione del previsto aumento della superficie e delle condizioni climatiche favorevoli, mentre le migliori precipitazioni hanno aumentato le aspettative di rendimento in diversi paesi del Vicino Oriente.



Il rapporto completo è disponibile qui:

Il secondo articolo è un aggiornamento di qualche giorno dopo che oltre a ribadire la vastità del problema ed il sommarsi di cause con ricorrenza ciclica storica e nuove, propone delle linee guida per il superamento dei problemi:

I punti critici dell'insicurezza alimentare acuta richiedono attenzione urgente
La FAO chiede 900 milioni di dollari a supporto dei mezzi di sussistenza di 43 milioni di persone esposte a fame acuta


   Yemen.


9 marzo 2020, Roma - Mentre l'attenzione globale si è concentrata sugli sciami di locuste che hanno attaccato le coltivazioni in Africa orientale, anche altri paesi e regioni si trovano ad affrontare gravi minacce alla sicurezza alimentare e richiedono supporto, secondo l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO).
Nella richiesta di nanziamento emessa oggi, la FAO chiede 900 milioni di dollari per raggiungere 43 milioni di persone vulnerabili e dipendenti dall'agricoltura, a rischio di crescente insicurezza alimentare acuta in 22 paesi, tra cui Burkina Faso, Ciad, Etiopia, Libia, Myanmar, Siria e Yemen.
Si tratta della componente FAO dell'appello unificato 2020 del sistema delle Nazioni Unite. Non comprende gli ulteriori 138 milioni di dollari che l'Organizzazione sta cercando per i Paesi dell'Africa orientale colpiti dalla recrudescenza delle locuste.
"I mezzi di sussistenza della maggior parte delle persone esposte a insicurezza alimentare acuta a livello globale - a causa di conflitti, effetti del cambiamento climatico o difficoltà economiche - dipendono dall'agricoltura", ha affermato il Direttore Generale della FAO, QU Dongyu. "Dobbiamo fornire loro gli strumenti necessari per affrontare queste sfide e rafforzare la loro resilienza per risollevarsi".
Cosa serve affinché siano autosufficienti
L'appello 2020 della FAO delinea una serie di iniziative mirate a incrementare la produzione alimentare locale ottimizzando la nutrizione, rafforzando al tempo stesso la resilienza delle persone a crisi come conflitti, insicurezza, parassiti e condizioni climatiche estreme.
Le attività variano di paese in paese, ma l'obiettivo della FAO è quello di aiutare le persone a produrre cibo nutriente e reddito, nonché a diventare autosufficienti il più rapidamente possibile, il che può avvenire fornendo input agricoli come sementi, attrezzi, fertilizzanti e altri input per le coltivazioni, il ripopolamento del bestiame, fornendo mangimi, cure veterinarie, distribuendo attrezzature per la pesca e assistenza in denaro, affinché le persone possano soddisfare le esigenze immediate continuando a produrre alimenti.

La FAO sta inoltre collaborando con le comunità per aiutarle a rafforzare il loro approccio all'agricoltura e la gestione delle risorse naturali, a incrementare la loro produttività agricola e a implementare strategie di diversificazione dei mezzi di sussistenza.

Prevenire è tutto
L'ultima edizione del Rapporto Globale sulle Crisi Alimentari indica che i fattori dell'insicurezza alimentare acuta sono i conflitti, gli shock legati al clima, le calamità naturali, malattie e parassiti di piante, animali e crisi economica. È evidente che vanno affrontate le cause di fondo. Investire nella riduzione del rischio e nello sviluppo delle capacità delle persone vulnerabili affinché possano resistere alle crisi prima che si verifichino è un approccio più umano, efficace ed efficiente in termini di costi rispetto al reagire alle conseguenze delle calamità.
L'eccezionale assistenza umanitaria della FAO combina risposte a breve termine con azioni di prevenzione e interventi di costruzione della resilienza a lungo termine, che cercano di rafforzare la capacità di affrontare le conseguenze delle popolazioni vulnerabili prima che si verifichino le crisi.

Infine un'occhiata sul lato dei prezzi dei prodotti agricoli, dove risentiamo parlare di coronavirus, che rallenta le esportazione agricole e di conseguenza fa calare i prezzi di alcuni prodotti:


World food prices drop in February
Coronavirus outbreak helps push FAO Food Price Index down 

  Oil palm dates.

5 March 2020, Rome - World food prices declined in February for the rst time in four months due to a sharp fall in the export prices of vegetable oils, partly driven by fears that the coronavirus (COVID-19) outbreak will slow global demand.
The FAO Food Price Index, which tracks monthly changes in the international prices of commonly-traded food commodities, averaged 180.5 points in February, down 1.0 percent from the previous month but still 8.1 percent higher than a year earlier.
The FAO Vegetable Oil Index declined 10.3 percent from January, with international palm oil prices falling by even more on account of higher-thanexpected output in Malaysia, a temporary drop in India's import demand and concerns over the spread of COVID-19.
The FAO Cereal Price Index declined 0.9 percent in February. Wheat prices were lower, reecting well-supplied markets, while maize prices retreated as demand from the livestock feed sector dipped amid expectations of a weakening global economy. By contrast, international rice prices rose, buoyed by strong demand from Far Eastern and East African buyers.
The FAO Meat Price Index was down by 2.0 percent from January, inuenced by reduced imports by China impacted by delays in cargo handling in ports. Drought induced slaughter in New Zealand exerted further pressure on ovine meat price quotations, while poultry meat prices were affected by lower imports by Asia. The FAO Dairy Price Index rose 4.6 percent, led by surging price quotations for cheese, partly linked to reduced milk output in Australia. Milk powders, by contrast, dipped as logistical bottlenecks slowed purchases by China, the world's largest milk powder importer.
The FAO Sugar Price Index rose 4.5 percent amid prospects of lower production in India as well as in Thailand, combined with a strong global import demand.
World cereal production estimates revised upwards
FAO also issued a new Cereal Supply and Demand Brief, raising its estimates for 2019 world cereal production to 2 719 million tonnes due to higher maize outputs in West Africa and Ukraine.
The brief offers a preliminary forecast of 763 million tonnes for 2020 worldwide wheat production - very close to the near-record level of 2019 - and indicates that coarse grain output in 2020 will likely be strong in Argentina, Brazil and South Africa.
World cereal utilization in the 2019/20 cycle is now forecast to reach a record level of 2 721 million tonnes, driven by higher food, feed and industrial usages. FAO raised its forecast for world cereal stocks at the close of the 2020 seasons to nearly 866 million tonnes, resulting in the global cereals stock-to-use ratio staying at a comfortable level of 30.9 percent. FAO also forecasts world trade in cereals to rise by 2.3 percent to 420 million tonnes in 2019/20, the second-highest level on record, with wheat shipments accounting for more than half of the expected increase.

Spero abbiate trovato interessanti queste notizie e sono ovviamente a disposizione per domande e/o discussioni.

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