mercoledì 4 marzo 2020

20200304_Classi quarte


GRASSI E OLI DI CONDIMENTO

I grassi e gli oli di condimento sono degli alimenti per i quali esiste da una parte una grossa attrazione organolettica, dall'altra un sospetto, non sempre giustificato, che deriva dalla complessità delle azioni che essi svolgono nel nostro organismo e dei problemi fisiologici che il loro consumo in quantità, ma soprattutto in qualità non adeguate può generare.

In talune culture alimentari i grassi di condimento sono addirittura banditi, si veda ad esempio la macrobiotica, dove i grassi vengono sostituiti da condimenti come la salsa di soia, l'acidulato di umeboshi (prodotto per fermentazione da una varietà di prugne giapponesi) o le spezie.

Molte altre invece fanno invece una ben precisa scelta sui grassi da utilizzare.

La tradizione induista tiene in grandissima considerazione il Ghee (Ghi) o burro chiarificato ossia un grasso puro in cui dal burro grazie al calore sono state sottratte sia l'acqua sia le proteine ottenendo così una conservabilità e una digeribilità molto accresciuta.

Molte cucine nordiche europee e americane fanno invece un grosso utilizzo del burro e di altri grassi di origine animali come strutto (dal maiale) e sego (dal bovino), che hanno sicuramente grossi pregi gastronomici e dal punto di vista alimentare hanno il pregio di essere molto resistenti al calore e dunque adatti come grassi di cottura, ma dal punto di vista nutrizionale presentano il limite di essere poveri di grassi insaturi.

La dieta mediterranea presenta come principe dei grassi di condimento l'olio di oliva, scelta quanto mai vincente, date le ottime virtù di questo olio, in particolare quando extra-vergine, dal punto di vista nutrizionale in quanto ricco di acido oleico (monoinsaturo omega 9) e di tocoferoli (vitamina E) e che è probabilmente uno degli elementi che maggiormente determinano la beneficità di questo modello alimentare sempre più diffuso del mondo.

Infine la moderna industria alimentare ha messo a disposizione grassi idrogenati che presentano svariate problematiche essendo grassi spesso non presenti in natura che vengono però scambiatidal nostro organismi per quelli naturali con effetti non ancora ben chiariti, ma potenzialmente molto pericolosi. É invece assolutamente accertato che i grassi trans che si sviluppano per idrogenazione ad alte temperature sono cancerogeni. Il consiglio è di evitare alimenti che contengano grassi modificati.

Vederemo nel dettaglio sia i principali grassi di condimento sia rivedremo il metabolismo dei grassi distinguendo tra grassi saturi e insaturi, tra mono e polinsaturi, e tra questi ultimi tra omega 6 e omega 3.
Chiariamo subito un punto: quali sono i grassi sani? Tutte le categorie or ora elencate sono utili e necessarie al nostro organismo, il problema sta nei rapporti tra di essi.

Con buona approssimazione possiamo dire che 2/3 devono essere insaturi, di questi circa il 50% monoinsaturi, mentre tra i polinsaturi il rapporto tra omega 6 e omega 3 deve essere di 2 a 1.

Per ottenere ciò nella nostra alimentazione è ovviamente necessario conoscere la concentrazione dei vari tipi di grassi contenuti nei singoli alimenti.

Lo schema generale dei prodotti che rientrano nel gruppo INRAN dei grassi ed oli di condimento è il seguente:

Tratto da Luca La Fauci, Scienza e cultura dell'alimentazione, Ed. Markes-Rizzoli



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