CORREZIONE
VERIFICA
- Il quadro legislativo in vigore nell’Unione Europea prevede che gli OSA abbiano come primo obbiettivo professionale il raggiungimento di uno scrupoloso controllo della salubrità degli alimenti che preparano e/o somministrano. In tale contesto spiega cosa si intenda per contaminanti e descrivi un caso a tua scelta di contaminazione biologica indicando l’agente, gli alimenti che possono più frequentemente esserne contaminati, le caratteristiche della malattia causata e le misure idonee a prevenirla.
L'introduzione
della domanda riguarda il contesto di cui viene chiesto conto
all'inizio della domanda vera e proprio è dunque opportuno
valorizzarlo perlomeno citandolo.
Pochi
l'hanno fatto (NL e LC, in modo meno efficace AG e DPA).
A
titolo di esempio la partenza della risposta poteva essere:
L'emergenza
COVID-19 ha messo ancora più in risalto la primarietà del bene
della salute delle persone e in questa luce la severità delle norme
dell'Unione Europea in materia di sicurezza igienico-sanitaria degli
alimenti appare del tutto necessaria.
Dato
che attraverso le contaminazioni possono insorgere problemi anche
gravi per la salute del consumatore è logico che per gli OSA sia
fondamentale mettere tutto il proprio impegno e la propria
professionalità per evitarle, anche tenendo conto, oltre all'obbligo
morale, delle sanzioni e del danno all'immagine e dunque economico
che possono derivare in casi di incidenti rilevanti sul piano
sanitario.
Per
il resto riporto ad esempio di risposta abbastanza ben fatta quella
di SF che ho solo rimaneggiato in alcuni punti a livello di sintassi:
Gli agenti
possono essere denominati contaminanti, ovvero sostanze che
provengono al di fuori dell'alimento, ma che vanno ad intaccarlo
poiché l’hanno contaminato nelle fasi a monte del prodotto finale
come per esempio in fase di produzione agricola (antibiotici o
fitofarmaci). I contaminanti e i pericoli possono avere origine
biologica (ad esempio: ammine ,tossine, virus, esseri viventi o loro
prodotti ), chimica (ad esempio: sostanze contenute in detergenti,
disinfettanti, carburanti ecc.) o fisica (corpi solidi o che emettono
radiazioni).
In
tale contesto un esempio di contaminazione biologica è stato il caso
della “mucca pazza”. A scatenare l’epidemia fu l’utilizzo
negli allevamenti di bovini di mangimi di origine animale.
La
malattia è dovuta a una forma modificata di una proteina (il prione)
che nei bovini causa la Encefalopatie Bovina Spongiforme (BSE). I
sintomi della malattia sono i seguenti:
-Scarso
equilibrio e perdita della coordinazione motoria (atassia),
-Tremori,
-Spasmi
muscolari improvvisi (mioclono),
-Andatura
anomala e difficoltosa,
-Difficoltà
ad alzarsi,
-Iper-reattività
a determinati stimoli e
-
Cambiamenti nel comportamento (gli animali affetti diventano
improvvisamente aggressivi o appaiono stranamente nervosi),
-
disturbi meno comuni o meno specifici come: Tendenza al continuo
sfregamento o leccamento, Perdita di peso, Continuo digrignamento dei
denti, Infezioni dell'orecchio ricorrenti e Diminuzione della
produzione di latte..
La
trasmissione della mucca pazza all'essere umano può avvenire
soltanto per ingestione di carne appartenente a un bovino malato e dà
luogo al morbo di Kruetzfeldt-Jakob con esiti spesso mortali. La
mucca pazza, quindi, non è come una malattia infettiva contagiosa,
in cui è sufficiente, per la trasmissione della malattia, anche la
semplice vicinanza tra il soggetto sano e il soggetto malato, bensi’
deve esserci l’ingestione della carne di un animale malato.
Aggiungo che la prevenzione si è fatta in quel caso
eliminando dal commercio alcuni tagli (cervello) e vietando l'uso di
farine animali nei mangimi.
E che una definizione più precisa di contaminante è
qualsiasi elemento estraneo ad un alimento che si trovi presente in
esso. E sottolineo estraneo e non esterno dato che spesso i
contaminanti si ritrovano anche all'interno degli alimenti.
- Illustra i principali fattori di crescita microbica.Esempio di buona risposta AG:
I
principali fattori di crescita microbica sono: la temperatura (molto
importante) che può variare, infatti i batteri possono avere
temperature massime e minime, troviamo ad esempio i mesofili che si
sviluppano a temperature intermedie (30-37° C), i psicrofili a
temperature basse (20-25°C) e i termofili a temperature calde
(50-55°C), il PH, cioè la grandezza che indica il livello di
basicità o acidità di una soluzione, che è ottimo se intorno al 7
(neutro), l'ossigeno, infatti ci sono i batteri aerobi, cioè quei
batteri che hanno bisogno di ossigeno per vivere, anaerobi, che
muoiono in sua presenza e facoltativi, possono vivere sia con che
senza, l'attività dell'acqua (perciò anche l'umidità) che deve
essere elevata, la luce che è meglio evitare e infine il tempo,
infatti in condizioni giuste di crescita essi si sviluppano
velocemente.
Aggiungo
solo:
che
una classificazione più completa considera anche le categorie
intermedie degli Psicrotrofi e dei Termotrofi, come illustra la
tabella seguente:
da Galli, Bertoldi, Franzetti, Igiene degli alimenti e
HACCP. Ed EPC
che
la velocità di crescita è data dal modo di riproduzione principale
la scissione binaria che rende la crescita esponenziale.
che
se la stragrande maggioranza dei batteri è neutrofila cioè
necessità di pH compreso tra 6 e 8 esistono però anche gli
acidofili che amano ph intorno ad 1 e i basofili che richiedono un pH
>8.
- Una delle linee guida dell’INRAN per una sana alimentazione recita: “Più cereali, legumi, ortaggi e frutta”. Spiega l’importanza nutrizionale di tale raccomandazione.
Qui
vi offro questo modello di risposta:
Cereali,
legumi e ortaggi sono da sempre la base della maggioranza delle
popolazioni mondiali e ciò non è un caso e dunque la tendenza a
dimenticare oggi questo modello allarma l'INRAN.
I
cereali, e anche i legumi, sono ricchi di glucidi complessi, che
senza alterare troppo l'indice glicemico soprattutto se integrali,
permettono di coprire il fabbisogno energetico proteggendoci
dall'accumulo di scorie tossiche che derivano dalla produzione di
energia a partire dal metabolismo dei lipidi (corpi chetoni) e dei
protidi (corpi chetonici e acidi urici).
La
combinazione di cereali e legumi permette di sfruttare la
complementarietà proteica tra le proteine dei cereali, poveri di
lisina, e quelle dei legumi, poveri di metionina e cistina,
raggiungendo un alto valore biologico come nelle proteine animali.
Il
nostro fabbisogno qualitativo di lipidi (2/3 di insaturi, di cui il
50% di moninsaturi e il rapporto 2:1 tra omega 6 e 3) irragiungibili
con una dieta troppo polarizzata sui cibi di origine animale o basata
su junk food è invece più facilmente fattibile grazie ad un congruo
apporto di ortaggi e frutta, per gli omega3 in particolare di ortaggi
a foglia verde e frutta secca.
Ortaggi
e frutta, ma anche i cereali integrali e i legumi sono poi ricchi di
fibra fondamentale perché nutre il microbiota intestinale e dunque
sostiene il sistema immunitario, la produzione di alcune vitamine del
complesso B (1, 5, 8, 9) e la vitamina K, facilita la digestione e
protegge dai germi patogeni, inoltre la fibra aiuta lo svuotamento
dell'intestino evitando la stipsi e aiuta dare il senso della
sazietà, contrastando gli eccessi calorici. A quest'ultima funzione
contribuisce anche l'abbondante presenza di acqua negli ortaggi e
nella verdura che è importante anche per l'indispensabile
idratazione del nostro corpo in particolare nei climi e nelle
stagioni calde.
Infine
non si possono dimenticare le molteplici molecole bioattive
(fitocomposti) presenti in particolare negli ortaggi e nella frutta
che assolvono ad azioni fondamentali per la nostra salute come quella
antiossidante, di protezione cardivascolare, antisettica, purificante
e anticancergoenetica.
Per
sfruttare al meglio queste azioni è bene puntare sulla varietà di
questi alimenti e dunque assumere ogni giorno varie porzioni di
differenti prodotti vegetali (regola dei 5 colori) e variare sia gli
ortaggi sia i cereali sia i legumi settimanalmente e nell'arco delle
stagioni.
- Illustra i criteri da seguire per l'alimentazione specifica durante la gravidanza.
Ci
affidiamo qui a LC:
Durante la
gravidanza una donna deve seguire un alimentazione equilibrata che
sia in grado di assecondare sia la madre che l’embrione. Essa deve
essere varia, vanno evitati cibi di difficile digestione ed inoltre
deve essere leggermente più abbondante rispetto al periodo
gravidico. In particolare è utile aumentare l’assunzione di
proteine e mantenere stabile la quota lipidica e glucidica; bisogna
assicurare una corretta assunzione di sali minerali quali calcio,
fosforo, ferro ma anche sodio, necessari per la crescita
dell’embrione e il mantenimento in salute della mamma; assumere
vitamine come la vitamina C, la vitamina D, la vitamina B per un
corretto sviluppo del feto ed infine la vitamina B12. Tra gli
elementi maggiormente consigliati durante la gravidanza troviamo
prodotti di origine animale ad esempio carne, pesce, uova, latte e di
origine vegetale come cereali, legumi, frutta e verdura. E’ utile
ricordare di non assumere bevande alcoliche e fare uso di fumo e
sostanze stupefacenti in questo periodo.
E poi a NL:
Durante la
gravidanza è ancora più importante seguire una
dieta bilanciata,
per il bene sia della madre che del feto. Sono
preferibili per una
donna in gravidanza, alimenti freschi in cui il contenuto di vitamine
e minerali è inalterato; sono consigliati alimenti come le carni
magre da consumarsi ben cotte; il pesce azzurro preferibilmente al
vapore; formaggi magri e ovviamente frutta e ortaggi freschi. E’
basilare limitare al minimo il consumo di bevande nervine come il
caffè, mentre l’alcol sarebbe da eliminare; è consigliabile
utilizzare il sale iodato e sono da preferire gli zuccheri complessi
(ad esempio l’amido contenuto in pane e pasta); andrebbero
eliminati i grassi saturi a favore di quelli insaturi, come ad
esempio l’olio d’oliva).
Aggiungendo
qualche dettaglio in più:
è
importante che la proteina siano di alto valore biologico, i grassi
vegetali sono da preferire a quelli animali, non eccedere con i
glucidi (rischio diabete gravidico), cuocere bene la carne e lavare
bene gli ortaggi (rischio toxoplasmosi), sviluppo anomalo del feto
per carenza di vit. B9 prende il nome di schiena bifida, evitare cibi
con additivi artificiali, bere almeno 2 litri di acqua al giorno, è
consigliato suddividere il cibo in 5 pasti non troppo abbondanti
(l'apparato gastro-intestinale risulta compresso dall'espansione
dell'utero).
Infine
l'apporto calorico va progressivamente aumentato a partire dal quarto
mese per permettere l'accrescimento del feto e sostenere l'aumentato
metabolismo della madre (aumento di peso e placenta).
Privatamente
ciascuno riceverà la correzione in dettaglio della propria prova.
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